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La pensione Quota 103 nel 2025

Con l’approvazione della Legge di Bilancio per il 2025 (L. 207/2024), il governo ha confermato la proroga della pensione anticipata “Quota 103”. Introdotta come misura sperimentale per favorire l’uscita anticipata dal lavoro, questa formula consente ai lavoratori di andare in pensione al raggiungimento di specifici requisiti anagrafici e contributivi. La nuova disposizione rappresenta una risposta concreta alle esigenze di flessibilità nel sistema previdenziale italiano, garantendo un ulteriore anno di applicazione per coloro che desiderano anticipare il pensionamento.

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Isopensione 2025: requisiti e condizioni

Dal 2013, grazie alla Legge n. 92/2012 per quelle aziende che occupano mediamente più di 15 lavoratori, è possibile favorire il ricambio generazionale, utilizzando uno strumento denominato “isopensione” che permette di anticipare l’uscita dal lavoro per quei lavoratori a cui mancano 7 anni per l’accesso alla pensione (fino al 31.12.2026, poi ridotti a 4 anni). Vediamo insieme nel dettaglio questa particolare forma di “pensionamento”.

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Il riscatto dei contributi omessi: la costituzione della rendita vitalizia

L’art. 13 della L. 1338/1962 prevede che il datore di lavoro che abbia omesso di versare contributi e che non possa più versarli per sopravvenuta prescrizione, può chiedere all’Inps di costituire una rendita vitalizia riversibile pari alla pensione o quota di pensione adeguata dell’assicurazione obbligatoria che spetterebbe al lavoratore in relazione ai contributi omessi. Vediamo insieme cosa prevede la normativa anche alla luce della recente legge di bilancio per il 2025 (L. 207/2024).

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Congedo parentale e maternità: così il riscatto e l’accredito dei contributi

L’accredito dei contributi per maternità obbligatoria e congedo parentale dipendono dalla situazione lavorativa della persona interessata. In costanza di rapporto di lavoro i contributi vengono accreditati automaticamente dall’INPS. In assenza di rapporto di lavoro, spettano solo per la maternità obbligatoria se la lavoratrice può far valere almeno 5 anni di contributi, mentre per il congedo parentale è possibile procedere con un riscatto a titolo oneroso. Vediamo insieme cosa prevede la normativa.

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Il riscatto del praticantato del promotore finanziario

Il riscatto del praticantato per il promotore finanziario è un’opzione che consente di valorizzare ai fini pensionistici il periodo di praticantato obbligatorio svolto per ottenere l’abilitazione alla professione. Si tratta di un istituto previsto dall’ordinamento previdenziale italiano, applicabile in determinate condizioni. Vediamole insieme.

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Pensioni: le agevolazioni per le lavoratrici madri nel 2025

Le lavoratrici madri che non hanno anzianità contributiva alla data del 31 dicembre 1995 o che, pur avendone, hanno optato per la liquidazione della pensione con un calcolo puro contributivo, possono beneficiare di alcune agevolazioni previste dalla Legge n. 335/1995 ovvero un anticipo dell’età pensionabile di 4 mesi per ogni figlio o l’aumento dei coefficienti di trasformazione maggiorato di un anno in caso di uno o due figli, e maggiorato di due anni in caso di tre o più figli. Vediamo insieme nel dettaglio le varie possibilità.

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LSU: il riscatto ai fini pensionistici

Il riscatto dei periodi di lavoro socialmente utile (LSU) permette ai lavoratori di valorizzare tali periodi anche ai fini del calcolo del trattamento pensionistico. Nel corso del tempo, la normativa ha subito diverse modifiche e, attualmente, il riferimento principale è rappresentato dall’art. 8 del D.Lgs. 468/1997 e dall’art. 26 del D.Lgs. 150/2015. Analizziamo nel dettaglio questa normativa.

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Il riscatto del servizio civile: come funziona

La normativa che regola l’accredito figurativo o il riscatto dei periodi di servizio civile è mutata nel tempo. A partire dal 1° gennaio 2009 il tempo impiegato nell’espletamento del servizio civile, che non sia coperto da altra contribuzione, può essere riscattato dai lavoratori in qualsiasi momento. Vediamo insieme cosa prevede la normativa.

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Pensioni: per chi non ha contributi al 01.01.2025 possibile aumentare l’aliquota contributiva

Con la L. 335/1995 si era creato un importante “spartiacque” tra i lavoratori che avevano maturato contributi entro il 31 dicembre 1995 e coloro che, invece, non ne avevano. Ora, con l’approvazione della L. 207/2024 (art. 1, commi 169, 170), si introduce un’ulteriore distinzione tra chi ha contributi al 31 dicembre 2024 e chi ne è privo. La novità più rilevante riguarda questi ultimi lavoratori, che al 1° gennaio 2025 non hanno alcuna contribuzione accreditata. Essi avranno la possibilità di incrementare volontariamente la quota contributiva a loro carico fino a un massimo del 2%, con l’obiettivo di migliorare l’importo della propria futura pensione. Vediamo ora nel dettaglio cosa prevede la nuova norma.

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