PARLIAMO DI PENSIONI E WELFARE

Spieghiamo con parole semplici le varie regole del sistema previdenziale italiano.

La pensione con la gestione separata Inps nel 2024

La Gestione separata è un fondo previdenziale istituito presso l’INPS nel 1995 con la L. 335/95 e successivo DM 282/96, per assicurare la tutela previdenziale a categorie di lavoratori fino a quel momento escluse. Sono iscritti alla gestione separata Inps gli amministratori di società, i liberi professionisti senza cassa di riferimento, i titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, ecc. Vediamo insieme quali pensioni è possibile chiedere.

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La riduzione contributiva Inps per gli over 65

Con la Legge n. 449/1997 (art. 59, comma 15) è stata introdotta una particolare agevolazione per i lavoratori autonomi già pensionati presso le gestioni dell'INPS con almeno 65 anni di età che continuano a versare contribuzione nelle gestioni pensionistiche degli artigiani, commercianti e coltivatori diretti, mezzadri e coloni. Il beneficio è applicato solo a domanda dell’interessato e consiste in una riduzione della contribuzione dovuta all’Inps, del 50%.

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Quando i figli possono percepire la reversibilità?

Generalmente i figli hanno diritto alla pensione di reversibilità solo fino alla maggiore età o se studenti di scuole superiori o di corsi di formazione fino ai 21 anni di età o ancora se studenti universitari fino al compimento dei 26 anni (o fino al termine del corso di studi se finisce prima del compimento di quell'età). Ma quali sono i casi in cui i figli hanno diritto alla pensione di reversibilità anche dopo i 26 anni? Vediamoli insieme.

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Isopensione 2024: in pensione fino a 7 anni prima

Dal 2013, grazie alla Legge n. 92/2012 per quelle aziende che occupano mediamente più di 15 lavoratori, è possibile favorire il ricambio generazionale, utilizzando uno strumento denominato “isopensione” che permette di anticipare l’uscita dal lavoro per quei lavoratori a cui mancano 7 anni per l’accesso alla pensione (fino al 31.12.2026, poi ridotti a 4 anni). Vediamo insieme nel dettaglio questa particolare forma di “pensionamento”.

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TFR al fondo pensione e cambio azienda: cosa fare in questi casi?

Come è ormai noto, i lavoratori dipendenti, sia del settore privato che di quello pubblico, sono tenuti, entro sei mesi dall'assunzione (ai sensi del D.Lgs 252/2005), a effettuare una scelta importante: decidere se mantenere il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) all'interno dell'azienda o trasferirlo in un fondo pensione. Tuttavia, è fondamentale considerare le conseguenze di questa decisione nel caso in cui il lavoratore, dopo aver optato per il versamento al fondo pensione, cambi lavoro a seguito di dimissioni o licenziamento. Vediamo insieme le varie casistiche.

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